“Oggi i giovanissimi sono più soli e più depressi, più
rabbiosi e ribelli, più nervosi e impulsivi, più aggressivi e
impreparati alla vita, perché privi di quegli strumenti
emotivi indispensabili per dare avvio a quei
comportamenti quali l’autoconsapevolezza, l’autocontrollo,
l’empatia, senza i quali saranno capaci di parlare, ma non
di ascoltare, di risolvere i conflitti, di cooperare.”
“… Fa la sua comparsa il “gesto”, soprattutto quello
violento, che prende il posto di tutte le parole che questi
ragazzi non hanno scambiato né con gli altri per istintiva
diffidenza, né con se stessi per afasia emotiva.”
“… Nella nostra vita ci è stato insegnato tutto, ma non
come connettere il cuore con la mente, e la mente con il
comportamento, e il comportamento con il riverbero
emotivo che gli eventi del mondo incidono nel nostro
cuore.”
(Umberto Galimberti,2002)
Questa citazione di Umberto Galimberti, esprime tutta l'importanza che può assumere la sfera emotiva nel contesto in cui viviamo. Quando si parla di emozioni, non ci si ferma solo ad aspetti manifesti come un sorriso o una lacrima concreti, ma si cela qualcosa di veramente più intenso, ed essenziale per la vita umana. Galimberti parla di autoconsapevolezza, autocontrollo, empatia, termini quasi sconosciuti o usati in modo falso ed errato. Tutti siamo capaci di parlare, in fondo le parole sono solo dei simboli che vengono emessi dalla bocca e convenzionalmente riescono a farci dialogare, ma troppo pochi sanno ascoltare, cooperare, rapportare, immedesimarsi nelle situazioni che ci si presentano di fronte. Perchè questa incapacità?
Oggi, più che l'ascolto si sono diffusi i gesti spesso troppo violenti che non ci permettono affatto di poter capire chi ci troviamo di fronte, non si ha il tempo necessario per poter riflettere su ciò che accade, e si è spinti a dover agire senza un come, o un quando ma l'importante è agire. Ma davvero l'azione, il gesto è diventato più importante di noi stessi e del nostro cuore? Sappiamo davvero fare tutto quanto e possiamo imparare molto velocemente a costruire o al contrario sfaldare ciò che ci piace o meno, che riteniamo giusto e sbagliato, ma se al contrario tutti ci fermassimo solo a pensare a chi abbiamo di fronte, chi veramente siamo e come potremmo collegare la nostra esperienza con quella altrui, forse, non certamente, ma i gesti vincolati non avrebbero più quella connotazione negativa. Tutto ciò che ci circonda ci influenza sempre in modo negativo o positivo, ma poi sta ad ogni persona capire come poter gestire al meglio il nostro cuore, i nostri gesti ma soprattutto la nostra testa. La sfera emotiva così tanto sottovalutata è quella che poi si ricollega ai tanti gesti, quella che fa scattare la scintilla tra il nostro cuore , la nostra mente e le nostre azioni. Perchè allora non conoscere qualcosa così importante?